domenica 30 ottobre 2011

Cielo e crisalidi blu di lapislazzuli

Racconto pubblicato in AA.VV. Divisione Lab, Giulio Perrone Editore a Settembre 2010 (http://perronelab.it/node/518).
Tema: IL BLU.
Per questo racconto ho scelto la narrazione in forma di monologo e una donna afghana è l'Io Narrante. Un racconto che mi ha arricchito molto nella fase di ricerca e di documentazione.



Incipit:


Sono pronta a partire e ancora una volta mi copro, dalla testa ai piedi.
Torno a essere prigioniera della mia veste: una crisalide blu di lapislazzuli, come mille ce ne saranno là e che si muovono a passo svelto sotto il cielo afghano.
Questa è la legge.

Devo tornare dalla mia gente e per questo devo coprirmi interamente e senza possibilità di appello, fino a tacitare mente e cuore.
Il colore del burqa che indosso è quello della roccia afghana: il lapislazzuli.
E del suo cielo.
Maschera ogni volta ciò che sono, ciò che tutte noi donne siamo, colorandoci di quel blu. La retina davanti ai nostri occhi serve a celare al mondo lo sguardo di donna, rendendoci tutte, allo stesso modo, il nulla che si deve nascondere.
Mio fratello è sempre stato il mio mahran da quando sono diventata una donna, smettendo tutt’a un tratto di essere solo una bambina. A Kabul, nessun uomo può vedermi in volto e come una prigioniera posso uscire dalle mura domestiche esclusivamente scortata da lui.

Là, a Kabul, nessuno godeva del mio sorriso raro o si bagnava delle mie lacrime.
E celavo anche la rabbia che covava sotto la cenere della paura.
Grazie al R.A.W.A.* ora non temo più nulla, neanche per la mia vita. Nessuno arriverà mai a tarparmi le ali della fantasia o quelle della speranza. Con le donne che fanno parte di questa Associazione vado lontano fino a dove il mio animo vive e riesco a contenere, ma non a dimenticare, ciò che ogni giorno ho visto là.
Da un mese ho lasciato la mia città.
Sono scappata una notte dopo il crepuscolo che là, come la veste che indosso, ha il colore blu di lapislazzuli.
Fino ad allora, ogni sera, mi affacciavo alla finestra proprio in quel momento.
Amo il crepuscolo che precede la notte severa di Kabul. L’ho sempre trovato magico, unico.

Incrociavo le braccia sopra il davanzale di pietra e vi appoggiavo il viso. Il colore del burqa si confondeva con quel cielo blu di lapislazzuli, variegato di rosa e ocra... (continua)


*
Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (RAWA): associazione rivoluzionaria delle donne afghane. Nata nel 1977, in prima linea si occupa della difesa dei diritti delle donne afghane, per liberarle dal fondamentalismo religioso.

1 commento:

  1. bello bello bello...sarò troppo di parte?? Ma noooo! Beppu

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